AL SIGNOR MINISTRO DI GIUSTIZIA ANDREA ORLANDO MISSIVA del dott. Paolo Ferraro

AL
SIGNOR MINISTRO DI GIUSTIZIA
[email protected]
e
p. c.
Al
Capo di Gabinetto
[email protected]

e
p. c.
Al
vice Capo di Gabinetto
Alla
Direzione Generale Magistrati
[email protected]
Signor
Ministro,
Lei
non mi conosce, se non come mi conosce ormai una significativa parte
informata del paese, e questo La solleva da ogni possibile equivoco o
polemica artificiale.
In
una parola sono l’ex (per ora) magistrato assoggettato ad un
provvedimento di dispensa firmato dal ministro pro-tempore il 7
febbraio 2013, dispensa che ha distrutto la credibilità e le
immagini delle istituzioni e del CSM.
Anche
perchè in diretta ed in rete, mediante dichiarazioni di persone
informate sui fatti ho dato la prova finale ultima possibile di
attività di attenzionamento che retroagiscono nel tempo, delle
connessioni e rapporto tra un magistrato della Procura di Roma ed
apparati militari deviati (eversivi) ed un quadro francamente
insuperabile in ordine ad una attività di MOBBING criminale gestita
attraverso una manipolazione di cui esistono e sono state vagliate da
centinaia di migliaia di persone prove , su ogni aspetto.
Quando
resomi conto per la prima volta di cosa si celava dietro un VERO e
proprio ordito criminale, ed in rete la prova diretta da persona
informata che esso nasce dalle mie qualità professionali,
intellettuali e di indipendenza vera, non ho per un istante
tentennato ed ho deciso nel 2010, dopo aver subito UN SEQUESTRO di
persona di gravità inaudita nel 2009, di portare tutto alla luce
aderendo al principio di doverosità della condotta mia, a fronte di
fatti che attingono anche alla tutela di donne, minori, attività
criminali di apparati coperte ed ogni altra cosa è dato evincere.
Tutto
verificabile con la buona fede in base a indizi, prove e fonti
dirette ed indirette.
Ma
tutto accuratamente coperto da un SILENZIO assordante che non
qualifico, perchè a Lei necessariamente note le matrici.
Mi
limito qui a richiamare una nota intervista e dichiarazione pubblica
di Walter Veltroni proprio del 2010, che ovviamente riferisce dello
stesso apparato da me “incontrato” e della medesima cordata
incistatasi anche nella Procura di Roma.
Provvedimento
architettato ed originato infine dalla mia denuncia di attività
coperte ed in ambiente militare protetto, poi dalle coperture
eccellenti , svelate tramite la ragionevole certezza di metodi ed
attività gestite da servizi ed apparati con diretta partecipazione
di tre magistrati, infine persino attraverso la analisi del caso
Marrazzo, indicando una partecipazione di attività coperte in ambiti
militari e la presenza di elementi che conducono anche in quel caso
non solo a via Gradoli ma anche alla Cecchignola ed al mondo militare
“deviato”, ma anche la coesistenza di attività criminali
parzialmente coperte a cavallo tra camorra criminalità organizzate
ed apparati militari deviati. Proprio i traffici in parte scoperti
dalla Procura di Teramo dove sono stato sentito come persona
informata per tre ore nel novembre 2011.
Ovviamente
la forma di progressione pubblica delle denunce ed analisi mie,
condivise ed ascoltate oltreché lette ormai da milioni di persone, è
stata il frutto pubblico della violenza criminale esercitata da una
specifica cordata intenta al fine poi “praticato” a mio
specifico danno, ed è stata “amplificata” anche dalla necessaria
autodifesa.
Così
ora l’Italia continua a vedere provvisoriamente dispensato dal
servizio “il” magistrato, mai neanche oggetto di un rilievo
professionale, addirittura indicato come il migliore finanche in una
audizione del luglio 2010 verbalizzata, e “dispensato per
inettitudine” in base alla più smaccata legge del contrappasso
“invertita” mai applicata, costernato anche il foro romano.
Coinvolta
una filiera di tre psichiatri legati storicamente ai servizi, fornite
tonnellate di prove dirette, indirette ed audio e molto di più vi è
anche un sospetto fondato, non certo solo mio, e oggetto di prova
diretta da persona informata , di un ordito di lungo periodo, anche
questo riscontrabile almeno per le vie brevi negli interna corporis
anche a Lei NON preclusi.
La
insostenibilità su vari piani, ed anche internazionale, di questa
vicenda, e del crescendo di informazioni in atto, appare a sua volta
evidente e non controvertibile.
La
possibilità di revisionare la decisione adottata, alla luce di nuovo
sopravvenuto vaglio e del principio immanente della permanente
rivisitabilità dei casi e dei giudizi “tecnici” (veri od
artefatti) vi è.
Così
come emergono anche su un piano formale innumerevoli irregolarità,
vizi , una sola attività a discrezionalità tecnica palesemente
assurda e manipolatoria, contraddetta da una decina di vere analisi
e consulenze e persino da una certificazione pubblica.
Certamente
la questione è chi e perchè abbia creato questo tentativo di
distruzione e da quando, e se esso fosse come è diretto
semplicemente ad eliminare un magistrato studiato per qualità ed
attitudini , compresa la reale indipendenza .
La
ennesima richiesta di reimmettere oggi “il” magistrato Paolo
Ferraro con i due piedi nella scarpa “deontologica”, che ha
dato prova da sempre e da prima dello scontro finale, di rispettare e
ben conoscere per tutta la sua silenziosa carriera, si fonda sulla
CERTEZZA matematica (riscontrata) che Lei, come il precedente
Ministro, conosce o può conoscere solo alzando il telefono.
Ribadisco
che i connotati di questa incredibile ed inaccettabile vicenda
rischiano seriamente, per il loro palese carattere Kafkiano di
divenire, nonostante tutti gli sforzi per nascondere, un caso ancor
più internazionalmente significativo.
Tutti
i dati, i documenti con link e banche dati in rete a disposizione,
sono già stati inviati a suo tempo al dicastero che Lei amministra,
quando tra i vice capo di gabinetto vi era già allora anche
magistrato coinvolto e comunque consapevole trasversalmente delle
vicende e testimone (Cons. Filippo Vitello). Anche su questo una
prova da diretta telefonata resa pubblica .
Non
so se dati e documenti siano stati a suo tempo potuti valutare dal
Ministro pro tempore. E non credo che a Lei il Csm metterebbe a
disposizione il faldone di prove con due DVD depositato a suo tempo e
nascosto di fatto, pretermesso. Le basterebbe oggi una semplice
telefonata al Ministro dell’Interno e una, anche orale, informativa,
leale, tramite i servizi, che ci risultano avere tutto a loro
conoscenza e portata di mano, per essere serenamente assicurato della
corrispondenza a valori, diritto e diritti, ma anche all’interesse
pubblico e dello Stato, di una scelta amministrativa ma anche
politica, discrezionale ed equa, percorribile in regime, ripeto, di
Autotutela amministrativa.
Le
chiedo quindi, data la radicale FALSITA’ di qualsiasi “umano”
addebito (di professionale non se ne è parlato nemmeno) di valutare
la possibilità, comunque pendendo contenzioso in itinere ed in
previsione della ulteriore estensione dello stesso, di revocare il
decreto di dispensa, per motivi anche in senso lato di Giustizia.
Previo
ogni eventuale approfondimento Lei può porre in essere un atto
dovuto, nel rispetto delle leggi e dei valori del nostro sistema, e
ho motivo di ritenere che Ella possa avere un quadro completo.
Ovviamente
il mio impegno pubblico contro le relative attività eversive, a
difesa dei valori della giurisdizione e Costituzione, è noto e
trasfuso in documenti analisi e conferenze e segnato da interventi
più o meno autorevoli di intellettuali e giornalisti. La mia storia
di magistrato indipendente con radici di sinistra note, ma che
creavano solo rispetto per la pulizia e trasparenza del mio agire
giudiziario, è a portata di Sua conoscenza.
Con
persistente fiducia nella legalità dello Stato Costituzionale
attendo il gesto istituzionale che ridarebbe quel minimo di
credibilità necessaria alle istituzioni e porgo a Lei e a chi voglia
impedire questa deriva criminale, pericolosa per tutti e da tutti i
punti di vista, l’invito a non temere di agire serenamente, secondo
coscienza, verità, diritto e valori aderenti alla nostra
Costituzione.
Le
allego l’indicazione di una scheda informativa, tra le tante , già
in rete, e già idonea mediante link ipertestuali e rinvio a banche
dati a fornire un quadro completo.
Da
ultimo Le indico che alle dimissioni da Magistratura Democratica di
Giancarlo Caselli e di altri, nonché alle dimissioni dalla
magistratura di molti, può fare da contraltare il rientro
consapevole e serio del magistrato che Le scrive, potendosene
agevolmente cogliere contesto e fini .
Un
rientro, avversato e temuto da coloro che tramano all’ombra delle
istituzioni, per assicurare almeno una vera presenza indipendente e
consapevole nel mondo della giurisdizione piegato da attività meno
visibili , quelle stesse che
preoccupano
sinanche l’arco politico di Governo

[
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/pier-luigi-bersani-prima-intervista-dopo-intervento-si-deve-votare-fiducia-223bd6af-63cb-4c4b-9815-e14584eee64b.html
].
Ormai
quel novanta per cento che ho potuto apprendere è di pubblico
dominio e lo sarebbe il restante .
Chiedo
infine, e questa richiesta per la prima volta diretta al Ministro di
Giustizia, di poter essere ascoltato direttamente da Lei, consapevole
della delicatezza dei nodi ed interessi toccati, segnalandoLe, per la
sincerità che mi contraddistingue, che non avrei mai potuto
immaginare esattamente quanti e quali interessi toccai nel momento
che mi accorsi di quel che si muoveva. La data risale al novembre
2008 e di mezzo ci sono due declaratorie ed una di assoluta
“attitudine “ con tanto di sottolineatura in sede di
istituzionale delle peculiari doti professionali di chi Le scrive .
Ma il TERZO procedimento fu riaperto quando si era venuti a sapere
che intendevo aprire alle conoscenze istituzionali la intera
situazione , da me appresa, non volendo e subendo .
Debbo
infine ribadire , anche se le apparirà ovvio, che il dovere di un
magistrato è di non soggiacere ad alcuna violenza, diktat ,
minaccia, ricatto ed attività illegale . In questo consiste il
riconoscere il principio di obbedienza ( alla Costituzione ) e solo
in questo. A questo solo dovere potevo aderire e non avevo scelta, se
non violando identità e giuramento fatto.
Roma
24 febbraio 2014
Paolo
Ferraro


 

 
NOTA
1
 


NOTA
2


Una
intera
banca
dati
tra le tante ,
completa , è accessibile in rete all’indirizzo
https://mega.co.nz/#F!UEJAGbKb!EwSLospLQUr8pMN0pH-ulg

 

ADDE 3 


ADDE 4 
UNA TRA LE INCHIESTE PIU’ GRANDI PRONTA ED A PORTATA DI CLICK … E A PORTATA DI MERO AMORE PER LA LIBERA PROFESSIONE DELLA INFORMAZIONE (VERA) E PER LE ISTITUZIONI (COMMISSIONE PARLAMENTARE).  
UNA TRA LE PIU’ GRAVI  MANOVRE MAI ORCHESTRATA A DANNO DI UN MAGISTRATO, ECCELLENTE,   PUBBLICA. 
DA ESSA  E’ SCATURITA  
MONDO TAVISTOCK:  COLLOQUIO REGISTRATO,  DA PERSONA INFORMATA.
 
ADDE 5 
Una ennesima telefonata a prova . Il 24 Gennaio 2011 Paolo Ferraro, magistrato in regolare servizio della Procura di Roma, decide di telefonare a Salvatore Vitello, un magistrato di Cassazione di peso e di proverbiale “profilo basso” programmatico, già magistrato della Procura di Roma, promosso Procuratore capo di una Procura calabrese dall’estate del 2009, ma con vari e rilevanti incarichi istituzionali alle spalle ed in atto …. 

http://paoloferrarocdd.blogspot.it/2013/11/i-ministri-ombra-e-lombra-dei-ministri.html

 

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