VIA POMA PARTE PRIMA.
TELNET o VIDEOTEL E LA MARGHERITINA SEDUTA.
https://paoloferrarocdd.blogspot.com/2012/11/5-memoria-esposto-finale-del-3-novembre.html
Quelloche sapeva e sa direttamente Paolo Ferraro su TELNET nella Procura Circondariale di Roma e (parte seconda) quello che aveva saputo su AIAG via Poma ed altro, dallaviva voce di colei conosciuta /fattagli conoscere nell’ottobre 1995
Dunque all’aprile 1992 Paolo Ferraro era da sempre tra le persone più felici del mondo, poi tra una crisi stranissima di coppia e varie, arriva dormendo un poco da piedi (ma come fai ad immaginarti certe cose da“malati di mente”) sino alla trappola della Cecchignola.Da lì in poi tra una mazzata, un agguato e l’altra comincia a riallineare ricordi precisi di fatti a lui ben noti direttamente
https://www.facebook.com/paolo.ferraro.564. UN puro caso, un tentativo di messaggio, una allusione implicita a chi architettò qualcosa ?! Certo la vicenda più sopra e la relazione di pg erano già note ….
quello che ti hanno fatto”. La mia risposta è nota “ o rientro dalla porta principale … o rientro sempre dalla stessa porta conIl Caterpillar della storia”.
era già venuta il giorno prima la responsabile della sezione. Il giorno dopo, credo di pomeriggio, moriva per infarto naturale per cause da accertare Alberto. Sarei riuscito ad avere la copia dell’originale della relazione di servizio tramite il Procuratore Capo di Roma Pignatone il martedì 16 ottobre..
Fino al giugno 2013 sotto attacco poliedrico culminato con la procedura avviata per la mia eliminazione totale “amministrazione di sostegno”, operazione integralmente fallita nel suo scopo principale, non avevo avuto neanche il tempo di soffermarmi sul “biondino con la Panda gialla” ed il tentativo abborracciatissimo, di corsa, di appiccicarmelo.
http://paoloferrarocddgrandediscovery.blogspot.com/2012/11/un-bel-guazzabuglio-questa-e-la-trama.html].
quando nell’estate del 2013 un amico “informato” mi illustrerà alcune dinamiche e
piste criminologiche facendo una ipotesi consistente su di me … e sulla ipotesi della creazione artificiale di un profilo patologico-criminale, riflettei sino alla mattina dopo e rimasi incuriosito ma scettico (si nuotava al mare). Era l’unica ipotesi che in effetti potesse dare una qualche spiegazione globale a quel pateracchio di balle diagnostiche in crescendo e poste in nuce come spunti artificiali sin dall’inizio, e quella ipotesi poteva illuminare la direzione cui apparivano quasi mirate.
E ai servizi, deviati quasi sempre. Quel disegnino di pupazzo margherita mi ritornò alla mente come non solo visto su un quotidiano, ma facente parte di quel pomeriggio accaldatissimo, nella stanza del collega super informatico … La chiacchierata estiva del 2013 ha colorato di una nuova ulteriore luce le mie riflessioni. Poi grazie alla stra-informata avvocatessa molto “organizzata” ho rimediato dal suo archivietto personale una interessante pubblicazione che propongo a tutti … ma soprattutto agli
investigatori e pubblici ministeri seri e professionali …. “.
D’altronde i fatti di cronaca nera, il diritto penale dei reati “dolosi” a me, che mi occupavo di comparti normativi composti da decine di migliaia di fattispecie in ambiti di colpa legale e professionale, erano sul piano tecnico giuridico ”insignificanti”.
Potrebbe malevolmente insufflarsi una “excusatio non petita”. Ma era semplicemente così: viaggiavo su tutt’altre lunghezze d’onda e su una concezione pura e sociale della giurisdizione penale come barriera di protezione anticipata di interessi socialmente protetti e del diritto alla salute alla integrità fisica, all’ambiente”. E che ne sapevo allora nel concreto quotidiano di servizi militari, di strategie criminologiche e di ricatti infiltrazioni di honey trap etc etc .. ?! Era roba da film e non potevo pensare anche solo sognare che era sbarcata a Roma in un ufficio giudiziario un coagulo degno di preoccupata attenzione criminologica ?!
Ma avrei dovuto farlo, avvertito nel febbraio 1995 dal Procuratore di Roma Michele Coiro, seduti io e lui al bar insieme ad un tavolinetto circolare durante la sosta pranzo: era lievemente infastidito dalla circostanza che il cambio di guardia nella segreteria della sezione romana, da me suscitato non avesse ancora sortito esiti concreti in cui sperava e mi disse a bruciapelo mentre parlavo della vecchia segreteria collegiale Cascini, Pesci più quattro ” quello è un mariuolo“. Era già il secondo avvertimento che ricevevo, il primo me lo aveva già dato Giovanni Buonomo in punto di trasferirsi al Tribunale civile di Roma credo nel 1993 ” quello è .. pericoloso“. Il terzo me lo avrebbe dato sempre nel 1995 a primavera inoltrata, nella stanza della segretaria del Procuratore Circondariale, Maria Teresa Covatta, magistrato della Procura circondariale di Roma coniuge di fatto (ancora di fatto all’epoca, credo) di Giuseppe Cascini, trasferitasi Al GIP TRIBUNALE :” Con la scusa che sei un bell’uomo e ti piacciono le donne .. finirai per fart mettere in mezzo” .. Quest’ultimo era una analisi completa ma pensai solo ad una boutade e ad un certo suo interessamento a me, mai coltivato.
4. Luglio 1990
Nel luglio 1990 e primissimi dell’agosto 1990 ero stato in vacanza con mia moglie Daniela incinta al settimo avanzato mese e Francesco e Fabrizio, i miei primi due figli, al mare in quel di SAN FELICE CIRCEO. Tolti gli impegni gestionali, dedicavo le giornate sempre in movimento almeno sei ed anche sette ore al giorno a nuotare e fare pesca sub (senza muta) in apnea e munito di banale forchettina e una sacca. Tornavo stracarico di vongole veraci, vongole e lupini, tartufi di mare, cannolicchi, non meno di quattro o cinque polpi, e qualche rombetto ogni giorno: una ressa di bambini coi miei bimbi mi accoglieva, e mettevo talvolta il pescato in un battellino gonfiabile e volta per volta munificavo vari papà e mamme: quel pescato non lo avrei mai potuto smaltire. La stessa vacanza feci l’anno successivo. La foto a lato si riferisce al medesimo luogo, ma anno 1991
in treno mia sorella, allora stava malissimo anoressica per motivi che non approfondisco qui, la riaccompagnai in auto alla stazione del treno, e venne a trovar”ci” il giorno del mio compleanno, il 23 luglio, mio fratello Marco Ferraro. Tornato a lavoro penso proprio il lunedì sei agosto 1990, moro, abbronzato e strafelice, in attesa dellaTerza figlia, avrei assistito a fatti che non capii nelle loro valenze né memorizzai appositamente, sino al luglio di ventitrè anni dopo !!!!. Ma questo è ovvio: non avevano alcun significato per me.
contegno inizialmente più contenuto, ma già arrogantello e un modo
di fare da ragazzo di ricca stirpe nonostante il suo iniziale presentarsi da giovane uomo vicino ad una certa estrema sinistra autonoma, di cui re cava inizialmente un segno per me visibile (capelli lunghi castano chiarissimi). Ricordo che nel 1991 scrisse sul MANIFESTO un articoletto ad oggetto una area autonoma di sinistra, credo in occasione di un processo) . Solo più tardi, nel marzo 1992, avrei saputo dalla bocca di Lori Perla (anche lei come me magistrato romano della Procura Circondariale come me dal 1989 del mio stesso concorso – 1984 – e a quel tempo mia amica) che Cascini aveva una madre di etnia ebraica e che era pronipote di Achille Lauro. La notizia anche allora non mi colpì nè mi stranì, ovviamente. Poco dopo essere arrivato a Roma, Cascini era provvisoriamente alloggiato in locazione; ma invece di trovare un alloggio definitivo in locazione pose fine alla situazione provvisoria comprandosi due appartamenti di media metratura, dietro a p.le Clodio. Non ci frequentavamo, e me lo disse la solita Perla Lori nel febbraio/marzo del 1992, de relato, ivi compresa la somma sborsata (oltre 700 milioni di lire): due appartamenti corrispondenti su due piani in una nota strada in salita che parte da una
altrettanto nota gelateria. Uno ceduto/messo a disposizione di MARIA TERESA COVATTA, magistrato di gran bella presenza, amica stretta di Perla Lori. Cascini faceva allora coppia stabile con Stefano Pesci, erano dello stesso concorso (1990) ma sembrava a tutti che si conoscessero troppo bene, da antica data. Il giovane Cascini capelli lunghi castani chiarissimi fece con me breve tirocinio. Stefano Pesci mi disse allora, quasi subito, ma non so esser preciso sulla data, che era (stato) di Democrazia Proletaria ed avvocato di “soccorso rosso” a Bologna.
Stefano Pesci, quindi, era il pendant/braccio destro di Giuseppe Cascini ma di molto più anziano e direi pressochè della mia generazione anche sul piano della formazione “politica”. Dopo un pò di temp da quando lo avevo conosciuto mi disse, anzi mi rivelò (col tono di chi voleva amicarmisi), che era stato un avvocato di “Soccorso Rosso” e politicamente di Democrazia Proletaria: veniva da Bologna ed era sposato con Nunzia D’elia, altra magistrato, lasciata a Bologna e che lo avrebbe poi raggiunto coi due figli.
era un settore privo di interesse e con categorie penali lineari minori, “pane giornalistico per gli incolti” guardato sulle pagine dei giornali con disinteresse e supponenza (mia).
Le uniche cose che accomunavano Cascini, Pesci e Buonomo, per quello che ne sapevo, è che erano tutti e tre magistrati (Buonuomo però del mio concorso), che erano soli a Roma (uno scapolo e gli altrui due single provvisori in attesa degli arrivi di mogli e figli) e che erano campani due e con moglie campana il terzo (Pesci). Roba ordinaria ed insignificante. Gianni era più geniale e simile a me, per certi versi, e un “bell’uomo” (del termine a me riferito, da Cascini, nella primavera del 1995, in pieno piacevole accerchiamento femminile io, e del tono e contesto, abbiamo già detto ma repetita iuvant). Mi ero infine separato dalla moglie nel novembre 2013, per una crisi strana e imprevista generata nel maggio 1992, avevo poi . realizzato nel secondo semestre 1994 il noto programma ATZ, poi ad ottobre operatomi per una opacizzazione della cornea dx da cheratocono, e tra il dicembre 1994 e maggio 1995 ero stato piacevolmente accerchiato da Cecilia Demma, che aveva dato forfait per inammoramento non coerente con la missione, confessato con frase illuminante a Rosanna Ianniello, io a portata d’orecchio, ed era subentrata Laura Vasselli AVVOCATO i cui racconti “personali” svelavano un mondo intero, una infiltrazione nella Cassazione usando argomenti “biblici”, a me ignota. e i cui contatti sotterranei e non aprivano già uno spaccato emerso poi negli anni 2009 in poi. Bene: la battuta di Cascini seduto al bar dietro piazzale Clodio, era del marzo 1995).
Ben sei o più uditori giudiziari del concorso del 1990 avrebbero avuto estratti e scelti sei posti a Roma (posti ovviamente messi a disposizione tra le sedi da scegliere secondo ordine di graduatoria, ma era cosa mai successa prima nella storia della magistratura romana), nella Procura Circondariale che aveva pure urgente bisogno di coprire i ruoli, tnt’è che quell’anno furono ridotti all’osso i tempi del tirocinio dei nuovi magistrati. Mentre del posto altissimo in graduatoria di Cascini che avevo conosciuto subito come uditore non avevo alcun dubbio, mi chiesi allora come avesse potuto essere così brillante Stefano Pesci, un avvocato di Bologna, anzianotto e “preso”, “occupato” (pensavo) dal lavoro. Se sei un avvocato con attività ben avviata, come è che entri a distanza di molti anni in magistratura rinunciando al tuo avviamento professionale?! Semplicemente non mi era mai capitato di osservare un percorso del genere. Conclusi che aveva inseguito la carriera della moglie, ma era una conclusione provvisoria e col punto interrogativo.
Oggi sappiamo “qualcosina” di più … che esce per intero dalle nostre vicende, e abbiamo molte idee chiare in più …
Pretore del Lavoro, dopo l’acquisto della abitazione in zona (Trionfale alto).
sistema di gestione delle attività/documenti dei magistrati della Procura Circondariale. Usavo un programma DOS preesistente e molto lineare, WS4, e puntavo in modo un pò “arretrato” su una organizzazione meramente sistematica e casistica dei documenti (uno per caso, quindi migliaia di casi), usufruendo di un sistema ordinante di directory e sottodirectory (ad albero, tipo capitoli, paragrafi e sotto paragrafi) e di un programmino che aveva il pregio di far gestire e vedere bene l’albero classificatorio ( XTG). Buonuomo, anche lui campano, era più avanti a me in quanto sapeva molto di informatica: io ero alle prime armi.. Il ricordo riferito al CSM tra le righe nell’esposto memoria del 3 novembre 2012, circa la sua buona conoscenza di un programma
(piattaforma di comunicazione denominato TELNET) e di quella “scatola” destinata alla connessione poggiata su un tavolino della sua stanza, è preciso. Come è preciso il ricordo di lui che mi illustrò le caratteristiche da chat primitiva del programma (in realtà era una autonoma piattaforma) e anche l’uso dei nickname, raccontatomi a voce e fattomi vedere dallo schermo con scritte verdoline: tutta roba che ignoravo e da ignorante ritenevo dispersiva, inutile ed anche un tantino “buffa”.
Dunque Giovanni Buonuomo usava in ufficio nell’estate 1990 il baracchino/scatolotto di TELNET che avevo visto poggiato su un tavolino davanti
alla colonna tra le varie finestre assolate di pomeriggio, della sua segreteria, il tutto collegato con un suo modem alla linea telefonica normale.
In Italia, so ora, si trattava di un mezzo utilizzato da poche migliaia di persone se non centinaia. Era un sistema con sotto sistemi di decisa provenienza militare. Ho di recente letto al volo di una domanda a bruciapelo fatta dal PM che seguiva il processo sull’omicidio di Simonetta Cesaroni imputato Busco su VIDEOTEL e su una chat rosa ..
“Death” perché il mio ricordo è nitido. E io pensando che quel giochino strano era stupido e non mi interessava me ne tornai nel mio ufficio, lasciando Buonuomo molto concentrato sul “giochino elettronico” .
E distribuendoli insieme a Rosanna Ianniello segretaria della sezione romana di MD nel 1991 ricordo che entrammo nella stanza di un GIP della Procura Circondariale di Roma, un magistrato avanti nella carriera e notto per essere un pianista di musica classica anche. Una persona molto per bene ..il dott. Corradino Castriota che, commentando il suo disinteresse per la convocazione, lanciò una conclusiva stilettata verbale diretta a Rosanna “voi pensate ai vostri giochini”. Che non si riferisse semplicemente ad attività istituzionali ordinarie e manovre e manovrette politiche, e ad una sua mancata nomina, lo intuii dal tono esacerbato ma composto e fortemente tagliente.. e mi rimase impresso proprio perchè allora non mi significava NULLA.
Ho legato poi questa allusione incompiuta ad altra incompiuta di Cecilia Demma magistrato che frequentavo, nel gennaio 2015: mi disse interrogandomi con gli occhi, per vedere se avevo capito, oltre le parole, di Rosanna Ianniello e del PM allora della Procura Tribunale Gustavo De Marinis, e iniziò ad alludere di un qualcosa di più articolato visto che non trovava le parole, ma io nel fingere disinteresse la indussi, non volendo, a tacere. Paolo Ferraro non doveva essere messo al corrente di qualcosa di segreto o più nascosto, me ne accorsi anche allora.
ancora mi lasciano un brivido lungo la schiena. Questo un estratto video di sintesi preceduto da tre video audio dedicati più analitici, che hanno confortato tutto ciò che per fatti comportamenti attività avevo scoperto riguardo Stefano Pesci e Silvia Canali. Si verte sempre in tema di prove dirette da registrazioni telefoniche di persona “stra-informata” e le telefonate sono dell’agosto 2013 e febbraio 2016.
TUTTO QUEL CHE SERVE IN QUATTRO MINUTI
E’ a quel punto che tutte le informazioni ricevute da una Silvia Canali fattami conoscere sul lavoro nell’ottobre 1995 ed a me assegnata come VPO neo nominato da formare, e che si era legata a me, ed improvvisamente aperta con me nei primi mesi del 1996 e le stesse osservazioni che accompagnarono il suo essere venuta nella mia sfera, sono divenute di una importanza cruciale. Una contro prova incrociata su tutto.
Nel 2013 di estate a giugno inoltrato mi ero recato dalla fornitissima avv. Antonella M. Rustico che frequentavo ancora seguendo lei le vicende del divorzio (ed avendola iniziato a frequentare come appartenente ad un certo mondo complottistoide e di una destra che mi aveva poi accerchiato amorevolmente, ma per delimitare e rinchiudere in una cerchia ristretta il tutto). Lei tirò fuori dal “cassetto magico” un articolo di una rivista di criminologia in cui rividi la margherita disegnata .. e me lo portò a vedere sul balcone dove eravamo seduti …. Da lì la ovvia richiesta mia .. “me lo scansioni ?!” ….
da lì tra un impegno di informazione o politico o giuridico difensivo (io ho scritto anche quasi tutti gli atti delle mie vicende di magistrato defenestrato ed accerchiato) sono arrivato ad avere come “teste-investigatore” un quadro valutativo ed indiziario … che risulterebbe in astratto ben più che meramente percorribile da una magistratura “indipendente”.
Il disegno stilizzato della margheritina seduta su una sedia, lo facevo io (anche, ma gli altri chi sarebbero ?!), sui fogli e memo gialli di cui era stra-fornita la Procura Circondariale di Roma, e nella stanza di Buonuomo c’erano gli evidenziatori rosa di cui sempre la Procurina era stra-fornita … evidenziatori che usavo per disegnar margheritine..
Ergo siccome non sono l’assassino e neanche potrei esserlo (e non ho mai fatto male neanche con un buffetto ad un umano in vita mia, mentre “tanti lutti addussi ai polpi, rombi e sogliole in mare”) le ipotesi in campo sono assai limitate.
O quel disegnino era mio e allora il FOGLIO FU APPOSITAMENTE PORTATO A VIA POMA o era stato imitato il mio disegno di margheritina e IDEM CON PATATE (e si parla di reati eh ?! e di tentata calunnia pluri-aggravata morta sul nascere). Ma contro me o contro Giovanni Buonuomo di cui era rispettivamene rivale politico a missione segreta già definita contro l’ingombrante magistrato democratico della sinistra romana o già rivale in amore, Giuseppe Cascini giovane uditore appena arrivato ?!). La risposta è semplice: mentre dell’innesco “amicale” tra Buonuomo e Maria Teresa Covatta era difficile che sapesse nell’agosto 1990 ed io seppi retroattivamente dalla bocca di Buonuomo nell’estate 1991, ad innesco in fase di smorzamento, subii una disperata scenetta di gelosia malata da Cascini piangente nella sua nuova stanza” tt devi togliere dimezzo da Maria Teresa”. Ma siamo già ben oltre .. l’uditore aveva appena preso possesso dell’ufficio nella Procura Circondariale .. ed io che in mezzo non ero e non mi ci misi mai risposi allora grosso modo con una frase simile “ma ti sei bevuto il cervello?!”.
LA CALATA A ROMA DAVA I PRIMI SEGNI DI SQUILIBRIO https://www.paoloferrarocdd.eu/dal-1990-la-calata-a-roma-e-via-poma/. Oppure c’erano in giro altri disegnatori di margheritine sedute. Solo che ho letto pochi giorni fa che il disegnino della margheritina (forse ricicciato come tema a nove anni di distanza, in occasione del furto al caveaux della Banca di Roma), se lo è infine attribuito nel 2008, a venti anni dal fatto, una poliziotta che, partecipando alle attività di accertamento in via Poma, disegnava anche lei margheritina. ma aggiungendoci pure le paroline chiave (?!?!?!)
https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/giallo-di-via-poma-il-mistero-del-tagliacarte-e-del-poliziotto-fantasma-1813638/
quindi se due più due fa ancora quattro tutto è ambientato e riferibile a p.le Clodio ed ambienti investigativi anche. O no?! E la stretta vicinanza con certo tipo di ambiente militare di Stefano Pesci, notizia certa acquisita, non è affatto irrilevante E il 2008 è l’anno dell trappola della Cecchignola* … che “sembrava” funzionare … Avessero mollato l’indizio artificialmente costruito perchè si aveva di meglio in itinere ?! O all’opposto perché temevano che uscisse una macchinazione di antica data dopo la denuncia dei fatti della Cecchignola ?! Io posso solo auspicare che si accerti nel quadro di un vera indagine.
Io riconosco lo stile mio, il disegno, il pennarello evidenziatore rosa ed il luogo in cui, finiti i post-it, lasciai il foglio su cui avevo disegnato margheritina “sprezzante del pericolo” (😀😀😀) tornando banalmente a lavorare nella mia stanza ufficio della Procura Circondariale dalla segreteria di Buonuomo. Ma lì Pesci e Cascini li avevo lasciati non tanto con Buonuomo ma con lo scatolotto TELNET da Buonuomo manovrato. Non li ho visti armeggiare ma …..
E qui vi reinvito prima a rileggere tutto per la seconda volta de LA PRESENTE PARTE PRIMA, di questa accurata analisi e narrazione, , e poi a compulsare gli unici articoli od interviste serie sul CASO di via Poma: quelli del criminologo Carmelo Lavorino. Un lavoro fondato su ben altro fronte, su evidenze scientifiche e prove obiettive. Manca(va) solo un quadro storico indiziario di riferimento a persone certe.
SEGUE ..”Via Poma. PARTE SECONDA” “Le murene”